top of page

L'arte e il dovere dello scandalo

  • Immagine del redattore: redazione-koverart
    redazione-koverart
  • 25 nov 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

Se si cerca sul dizionario la parola "scandalizzare" si ottiene sostanzialmente questa definizione:

"Offendere la coscienza, il pudore e il sentimento morale degli altri con parole o azioni in contrasto con una norma etica o religiosa o comunque considerate riprovevoli". È piuttosto evidente che il punto in cui una persona possa definirsi "scandalizzata" sia soggettivo.

Parlando di azione che fa sentire il suo effetto su coscienza e sentimento, si può affermare con sicurezza di essere nell'ambito dell'interiorità personale. È anche vero però che questa è non di rado, e secondo gradi diversi, condizionata dall'esterno, dalla società di cui si è parte.

Lo scandalo esiste da sempre, è una miccia che dà fuoco alle polveri facendo esplodere qualcosa di stantio. Un bel boato nell'addormentamento generale.

Produrre qualcosa che visibilmente disturbi è un'arte, nel vero senso del termine.

Chi e cosa disturba? La coscienza della singola persona e soprattutto quella parte comune a livello collettivo. Perché è lì che l'arte vuole colpire, che l'artista vuole mettere il dito: la piaga in cui lo infila è sociale.


La storia dell'arte è piena di esempi - ne abbiamo parlato in altri articoli di questa rubrica (inerentemente a temi come la morte o il sesso) - molti di essi indietro nel tempo. L'arte dello scandalo colpisce esattamente là dove il livello di "sopportazione morale" collettiva crolla, cede, sbraita, urla... allo scandalo!

Prendiamo in considerazione alcune opere degli ultimi decenni:

"Piss Christ" (1987) di Andres Serrano: un crocifisso di plastica dentro ad un acquario pieno di sangue e urina. Dal punto di vista dell'artista si tratta di un grido contro gli affari della Chiesa, contro coloro che lucrano sui principi del Cristianesimo.


Agli occhi della persona "media" di quel periodo (e sicuramente anche di oggi!) è un'opera blasfema e irrispettosa, indecente per la sensibilità personale, soprattutto dei credenti. Ci fu scandalo e ci furono grossi titoli sui giornali. Questa idea, trasformata in arte (che per molti non è tale), fece rumore, tanto.

Cosa fece quest'opera? Fece parlare di un tabù socio-politico-religioso enorme, anche se per poco tempo (perché viviamo in tempi del mordi-e-fuggi su ogni fronte, anche della coscienza che rimuove velocemente ciò che la disturba).


Dietro allo scandalo c'è sempre una sostanza che in pochi vedono ma quei pochi saranno i molti di domani. E così a piccoli passi la mente si apre. L'opera che scandalizza è come un fulmine che inizia a colpire, fulmine dopo fulmine, si aprono crepe dove prima c'era un terreno duro.


"La caduta di un'urna della dinastia Han" (1995) di Ai Weiwei, è una sequenza fotografica in cui egli distrugge un manufatto cinese di oltre 2000 anni. Un atto che fu bollato come scandaloso e immorale. Ai Weiwei rispose alle critiche con una frase di Mao Zedong: "L'unico modo per costruire un nuovo mondo è distruggere quello vecchio".


In questo caso, oltre alla distruzione del vecchio per fare arrivare il nuovo, ci vedo (e non credo di essere l'unica) anche un invito a staccarsi dalla materia, dagli oggetti, anche da quelli di altissimo valore storico ed economico.


Marc Quinn è l'artista che diede alla luce "Self" (installazione/scultura, difficile definirla, del 1991), un autoritratto a tutto tondo della sua testa fatta con 4,5 litri del suo sangue prelevato nel corso di 5 anni e poi congelato. Una vera e propria testa ematica conservata sottozero. Questa opera spiega molto bene l’interesse per il corpo, la sua mutabilità, il suo essere soggetto ed oggetto di arte e di scienza. Quinn, come utilizzò propri elementi vivi per dar vita alla sua testa: “inaccettabile!”

utilizzò propri elementi vivi per dar vita alla sua testa: “inaccettabile!”

Un'altra sua opera che fece molto scalpore fu "Alison Lapper pregnant": in questo caso non fu il materiale utilizzato a scandalizzare ma il soggetto della rappresentazione e il mondo esplicito con cui decise di renderlo con il marmo.


Alison Lapper, artista nata senza gambe e braccia, viene rappresentata incinta in formato gigante. la scultura fu fortemente criticata per l’enfasi sullo shock che deriva dalla disabilità messa esplicitamente in mostra. In quel caso però l'opera venne anche diffusamente lodata per il suo valore sociale progressista.

Molte menti erano pronte per non girare lo sguardo di fronte al tabù della disabilità. Siamo negli anni Duemila, qualche passo avanti l'umanità deve averlo pur fatto! Non tanti però, il figlio di Alison infatti è purtroppo morto all’età di 19 anni (probabilmente per overdose) dopo un’infanzia e un’adolescenza costellata da continui episodi di bullismo.


Potremmo passare in rassegna centinaia di opere potenzialmente scandalizzanti, ma io credo che il punto rimanga lo stesso. Ci vedo un nucleo che pulsa in ognuna di esse: è arte che indica qualcosa che va oltre al punto in cui, come umanità, ci troviamo.

Ciò non vuol dire che tutta l'arte debba scandalizzare. Lo scandalo a tutti i costi è figlio dello stesso condizionamento che porta le persone a scandalizzarsi di ogni cosa "diversa" da come la si aspetti. Vuol dire invece che l'arte ha, anche, il "dovere" di scandalizzare come risposta ad un bisogno che è in prima istanza nella sensibilità e/o nell'intenzione dell'artista, ma che in qualche modo esiste anche nella società, anche se in modo non diffuso.


Lo shock che genera un'opera d'arte ci racconta che è giunto il tempo di un salto. La frattura di un gesto dirompente è nell’aria, e l’artista la coglie dandole voce con l’espressione artistica.

L'arte che fa scandalo è il dito che indica la Luna e il pubblico si spaccherà sempre in due: chi sgrana gli occhi tentando di vedere la Luna e chi, invece, storce la bocca guardando il dito. E’ perfetto così: se tutta la società aspettasse lo scandolo a braccia aperte, che scandalo sarebbe?

Miriam Fusconi


Le immagini di questo articolo (in ordine di citazione nel testo): "Piss Christ" particolare tratto da https://www.artribune.com/ "La caduta di un'urna della dinastia Han" tratta da https://www.artmajeur.com/ "SELF" tratta da http://marcquinn.com/ "Alison Lapper pregnant" tratta da https://www.artribune.com


Comments


facci sapere cosa ne pensi

maggiori info?

Sei un artista e ti interessa essere presente nella prossima edizione  KOVERART BOOK "MAG" COLLECTION?
Compila il form qui sotto, la nostra redazione ti risponderà il prima possibile.

Contattaci

KOVERART PROSPETTIVE D'ARTE

Via Giuseppe Garibaldi 139 - RIMINI 47921

Partita Iva 04786810400

© Giuseppe Quartieri - Koverart - Tutti i diritti sono riservati, l'utilizzo di testi, logo,brand e foto senza autorizzazione sono interdetti.

bottom of page